Nella scuola Cheng Ming la meditazione è considerata importante, ma non obbligatoria, per cui ognuno è libero di praticarla solo se lo desidera. Specifiche sedute di meditazione, condotte di solito dalla Maestra Huang Su Chun, si organizzano in occasione degli stage internazionali.

La meditazione si pone l’obiettivo di unificare mente e cuore, armonizzandosi con l’organismo e con l’ambiente esterno attraverso il respiro e l’osservazione. La meditazione cinese, in particolare nella pratica buddhista e taoista, viene praticata in differenti modi: da sdraiati, da seduti, in piedi e in movimento, fino a trasformare i gesti della vita quotidiana in una forma di meditazione. Anche le arti marziali interne cinesi possono essere meditazione. Qui e ora, in ogni gesto.

La tecnica di meditazione può essere differente, ma il punto comune è l’osservazione di se stessi scevra da giudizi. Nella meditazione si lascia la presa dai pensieri per spostare l’attenzione sullo stato di presenza e sui cambiamenti di stato fisico ed emozionale mentre tranquillamente si respira e ci si osserva.

Silenzio e immobilità sono condizioni essenziali per aprirci all’ascolto di noi stessi. In essi difese e chiusure non hanno più ragione di esistere; così possiamo scoprire ciò che è in noi e nel nostro corpo.

Non si cerca uno stato particolare, semplicemente si osserva il proprio stare: a poco a poco i pensieri diventano meno pressanti e tra un pensiero e l’altro c’è uno spazio che si rivela, nel quale si trova la fonte delle proprie cose migliori.

Occorre quindi imparare l’arte di fermarsi: fermare i pensieri, le abitudini, e staccarsi dalle emozioni che ci condizionano. Gli eccessi e le paure, la disperazione, la rabbia e il desiderio possono essere superati adottando uno stile di vita più attento e consapevole.

Meditare significa rientrare in contatto con il proprio sé più profondo, la natura e la vita.