Wang Shujin nacque nel 1904 in Cina nella provincia dello Hebei.
Visse in campagna presso la fattoria di famiglia fino all’età di 14 anni quando, deciso a scoprire il mondo, intraprese un viaggio che lo portò fino a Tianjin, lì trovò un impiego in una compagnia di trasporti internazionali.

Fin da giovane Wang Shujin fu un uomo imponente con una forza fisica non comune. Estremamente interessato alla filosofia religiosa e alle arti marziali, dopo non molto tempo dal suo arrivo a Tianjin, entrò casualmente in contatto con uno dei più anziani allievi del famoso maestro Zhang Zhao Dong. Nel 1923 a 18 anni, divenne allievo di Zhang Zhao Dong che iniziò ad insegnargli Xing yi quan e Ba gua zhang.

Nel 1934 studiò per un intero anno le diverse tecniche posturali dello zhan zhuang sotto la direzione del maestro Wang Xiang Zhai (1886-1963), fratello di pratica di Zhang Zhao Dong e fondatore dell’Yi quan, disciplina conosciuta anche col nome di Da cheng quan.
Durante l’intero 1939, per approfondire il Ba gua zhang, si allenò anche con Xiao Haibo, maestro ultranovantenne e compagno più anziano del suo maestro Zhang Zhao Dong.
Wang Shujin studiò anche Si lian quan (“boxe delle quattro concatenazioni”), stile molto simile al Taijiquan.

Taiwan
Con la vittoria della guerra civile in Cina il nuovo regime comunista decise di sopprimere la religione, l’arte pittorico-calligrafica e le arti marziali.
Wang Shujin , che aveva il torto di essere al contempo un esponente di punta nelle arti marziali e nella filosofia religiosa dell’Yi Guan Dao (一貫道 “Via dell’Unità”, religione che riunisce insegnamenti taoisti, buddisti e confuciani),  fu costretto ad emigrare.

Proprio perché nuova patria per i rifugiati cinesi l’isola di Taiwan si trovò nella condizione di conservare e incrementare molti aspetti della cultura cinese; essa favorì anche lo sviluppo e la pratica delle arti marziali.
Wang Shujin arrivò a Taiwan nel 1948 dove iniziò a commerciare in riso, in un piccolo villaggio di pescatori. Iniziò subito ad insegnare arti marziali e in breve tempo ebbe intorno a sé un buon numero di studenti. Diversi anni dopo si trasferì a Taipei dove aprì una rivendita di riso. La sua fama si diffuse presto ed egli era molto richiesto.
Nel 1952 si trasferì a Taichung dove continuò a insegnare arti marziali.

Capitava che molti praticanti di arti marziali andassero da Wang per “testare” le sue capacità. Gli incontri a quei tempi erano molto duri e le sfide, qualche volta, potevano persino comportare la morte di uno dei contendenti. Wang cementò ulteriormente la sua fama confrontandosi con tutti gli sfidanti che gli si presentarono, diventando così noto come il più grande conoscitore di Xing yi quan e Ba gua zhang e guadagnandosi anche il soprannome di “invincibile”. L’efficacia del Maestro Wang Shujin è testimoniata da numerosi racconti: molte persone provarono a testare le sue capacità, a Taiwan e in Giappone, restandone sempre favorevolmente impressionati.
A Taichung fondò l’istituto di arti marziali “Cheng Ming” dove portò avanti il suo insegnamento.

A Taiwan Wang Shujin conobbe anche Chen Pan Ling, esperto di arti marziali che aveva studiato Xing yi quan con Li Cun Yi: insieme si allenarono con spirito di collaborazione, soprattutto nel Tai ji quan. Chen Pan Ling era stato vicedirettore del Centro Nazionale di Arti Marziali di Nanjing ed era rifugiato anch’egli a Taiwan in quanto importante membro del Partito Nazionalista (Guomingtang).

Wang Shujin morì nell’isola di Taiwan nel 1981. 

Il sistema “Zhong Nan Men Pai” Il sistema “Zhong Nan Men Pai”

Il Sistema Zhong Nan Men Pai
Le arti marziali interne praticate nel sistema ideato da Wang Shujin, (Tai ji quan, Xing yi quan, Ba gua zhang), hanno molte caratteristiche comuni fra loro. Si basano tutte sulla filosofia taoista e sull’uso del qi, che è il termine usato nella medicina tradizionale cinese per indicare la forza vitale. Le tre discipline spingono il praticante a coinvolgere mente, corpo e spirito. Si potrebbero meglio descrivere come forme di meditazione in movimento, attraverso la cui pratica si può raggiungere un’abilità marziale.

Il qi è d’importanza centrale per le discipline interne cinesi: esso può essere definito come l’energia che anima le forme viventi ed è paragonato a un fluido o a un’elettricità che scorre attraverso il corpo di chi pratica.
Il controllo e l’uso di questa energia sono il fulcro di ciascuna di queste tre discipline che si rivolgono principalmente al potenziamento interno di chi pratica; esse spingono all’introspezione e a capire come la mente può interagire con i movimenti del corpo attraverso il respiro e il qi.

Queste discipline sono assolutamente efficaci anche nel combattimento, come dimostra la storia delle arti marziali cinesi.